Fiera del Mobile e FuoriSalone: Milano capitale dell’interior design

La settimana scorsa si è tenuta la fiera del mobile e il FuoriSalone, due eventi che hanno visto la partecipazione di tante aziende specializzate nell’arredo e nell’interior design.  Le vie del centro e alcune periferie sono state invase da una folla di visitatori – in gran parte stranieri – desiderosi di essere aggiornati sulle ultime novità del settore. In realtà, a ben guardare, molti di loro erano maledettamente curiosi di sapere che aria si respirasse sotto la Madonnina a poche settimane da Expo 2015.

FuoriSaloneLa città (amministrazione comunale, imprenditori, negozianti) ha saputo gestire questo evento con grande professionalità, offrendo un modello di gestione degli spazi in chiave turistico culturale di notevole spessore. Mi riferisco in particolar modo ai 1258 eventi organizzati dal FuoriSalone, ove molti quartieri cittadini hanno mostrato una vitalità davvero inaspettata. Ogni zona ha saputo reinventarsi, facendo respirare al visitatore un’atmosfera peculiare alla storia del luogo e alle attività imprenditoriali che vi si svolgono nel segno della creatività e dell’innovazione. Un ruolo centrale hanno giocato i classici quartieri del design: zona Tortona (Superstudio Più), Porta Venezia (Porta Venezia in design), Brera (Brera Design District), il quartiere Ventura-Lambrate, San Babila (San Babila Design Quarter), la zona Monumentale (Fabbrica del Vapore) fino a Porta Romana (Elita Design Week Festival). Di notevole interesse è stata la valorizzazione di un quartiere storico come le “5Vie” (situato tra le vie Santa Marta e San Maurilio, a cavallo degli antichi Sestieri di Porta Vercellina e Porta Ticinese) dove, in coincidenza con la Milan design week, le gallerie d’arte, i negozi di abbigliamento e di antiquariato, i cortili interni di antichi palazzi privati sono rimasti aperti ai visitatori aderendo agli eventi FuoriSalone.

Il risultato è stato al di sopra di ogni attesa. Milano si è animata grandemente, richiamando un pubblico internazionale che ha apprezzato le tante novità italiane nel settore dell’arredamento e dell’interior design.

Non sono ancora disponibili i dati relativi al numero dei visitatori. A quanti sono accorsi alla Fiera del Mobile andranno aggiunte le tante persone che dal 2003 partecipano agli eventi del FuoriSalone. Il bilancio che si può trarre è certamente positivo. Gli organizzatori hanno stimato una media compresa tra i 310.000 e i 350.000 visitatori. In attesa dei numeri definitivi, limitando l’esame ai dati storici della fiera del Mobile, si possono fare tuttavia tre considerazioni.

01-00222927000013Anzitutto va ricordato che il Salone del Mobile ha assunto da tempo un’importanza cruciale per il Made in Italy. Nata nel 1961 come fiera del mobile ristretta all’industria nazionale – il numero degli espositori era pari a 328 in quell’anno – la Fiera del Mobile accrebbe nel tempo le sue dimensioni, segno di una vocazione italiana alla produzione manifatturiera nel comparto dell’arredamento. Nel 1967 la fiera si aprì per la prima volta agli espositori stranieri, anche se il loro numero fu esiguo: 63 contro i ben 1319 italiani. I dati sono tratti dal sito del Salone del Mobile di Milano.

In quel periodo si decise di adottare, per l’allestimento dell’evento, il criterio degli anni pari/dispari: negli anni pari la fiera era ristretta agli espositori italiani, in quelli dispari la partecipazione comprendeva le ditte straniere.

La dimensione internazionale della fiera del mobile risale però al 1991, quando fu deciso che ogni anno l’evento avrebbe visto la partecipazione di espositori tanto italiani quanto stranieri. Negli anni Novanta e Duemila, la specializzazione delle aziende manifatturiere nell’arredamento di qualità  e nell’interior design (dall’illuminazione agli arredi per l’ufficio, dalla cucina ai mobili per bagno) spinse gli organizzatori a concentrare l’esposizione su alcuni settori. Il criterio degli anni alterni non fu abbandonato. Dal 2010 gli anni pari sono dedicati ai mobili per cucina, bagno e complemento d’arredo, quelli dispari all’illuminazione e ai mobili per ufficio.

La seconda riflessione concerne la presenza degli espositori alla Fiera del Mobile. Se prendiamo in esame i dati di questi ultimi dieci anni, ci accorgiamo di un cambiamento di portata storica.

fuorisalone1In passato le ditte straniere costituivano un’esigua minoranza rispetto a quelle italiane. Si è accennato ai dati del 1967. Ancora nel 2004, su un totale di quasi 1500 espositori, gli italiani erano più di 1200, mentre gli stranieri non superavano le 230 ditte presenti al Salone del Mobile. Prendiamo ora il 2013, anno dedicato ai settori oggetto della esposizione appena conclusa (illuminazione, ufficio, complemento d’arredo). La situazione è mutata, le ditte straniere sono cresciute di peso, anche a seguito degli effetti recessivi che la crisi economica ha provocato nel nostro paese: su 1269 espositori, gli italiani erano appena 953 mentre gli stranieri restavano minoranza, ma una minoranza rilevante, pari a 316 ditte.

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Manifesto del primo Salone del Mobile risalente al 1961

Quest’anno l’ottimismo degli organizzatori ha certamente le sue ragioni ma la forte presenza di espositori stranieri costituisce un segnale che il governo e gli imprenditori non devono sottovalutare: il Made in Italy nel campo dell’arredamento di qualità continua a rivestire un ruolo di primo piano nei mercati internazionali, ma la concorrenza si è fatta più dura. I consumi nell’interior design sono aumentati a livello mondiale, interessando una classe media determinata ad acquistare prodotti che siano garanzia di altissima qualità. Il Made in Italy tiene ancora per il prestigio del marchio. Esso tuttavia va difeso strenuamente: gli imprenditori devono continuare a garantire gli elevati standard qualitativi dei prodotti italiani; il governo deve mettere in campo con più coraggio tutte le misure per rafforzare una ripresa ancora flebile. E’ una sfida che richiede risposte in tempi brevi perché i competitori stranieri sono più agguerriti rispetto al passato.

visitatoriLa terza riflessione riguarda i visitatori al Salone del Mobile. Dal 2004 gli stranieri hanno superato gli italiani, un fenomeno determinato dal prevalere dell’export rispetto alle vendite nel mercato interno. Il fenomeno, che nei primi anni Duemila non presentava elementi di rilievo, dal 2006 ha assunto dimensioni macroscopiche. Inoltre dal 2009 la crisi economica in Italia, comprimendo drasticamente i consumi interni, ha obbligato le aziende ad investire nelle vendite all’estero: l’export è stato un’ancora di salvezza per il manifatturiero italiano, che altrimenti non avrebbe retto alla crisi economica. Si spiega così il vistoso allargamento della forbice nel rapporto visitatori italiani/stranieri: dai quasi 100.000 italiani contro i 123.391 visitatori stranieri nel 2006, si è arrivati due anni dopo al record di 210.249 stranieri contro i 138.203 di nostri connazionali. Per capire i dati che verranno presentati quest’anno occorre misurarsi con i numeri del 2013 che, confermando il trend appena esposto, ha visto la netta prevalenza di stranieri (193.000) rispetto agli italiani (92.674). Come ho accennato all’inizio, occorrerà poi aggiungere le stime relative ai visitatori del FuoriSalone.

Come possiamo spiegare il successo di un evento che richiama ogni anno tanti stranieri? L’interior design a Milano interessa una clientela internazionale che vede nel Made in Italy un segno di status: la qualità, lo stile raffinato, il gusto discreto per il bello si sposano mirabilmente in un delicato equilibrio che richiama i valori della classicità italiana. Un successo mondiale da difendere a tutti i costi.

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